LAVORO DA REMOTO
IL VERBALE È SOLO UN VERBALE
Il verbale di trattativa stilato nel corso dell’incontro del 24 marzo si configura come un atto di indirizzo politico.
Sulle forme di LAVORO DA REMOTO (che sia telelavoro o smart working) non ha molto senso adottare atteggiamenti festosi, anche se qualcuno lo vorrebbe fare credere…
Non si tratta di un accordo vincolante.
Non si tratta nemmeno di mere dichiarazioni congiunte.
Il verbale contiene infatti le dichiarazioni di intenti dell’Amministrazione e le dichiarazioni delle parti sindacali.
SUI NUMERI DISPONIBILI
L’Ateneo prevede per il 2022:
- ulteriori 150 posti per lo smart working (erano 60),
- un totale di 1500 sul telelavoro (oggi sono circa 1200 contratti tra telelavoro ordinario, telelavoro imposto ai lavoratori fragili e telelavoro lampo).
Da notare che per tutto il 2022 la possibilità di accedere allo smart working sarà estesa solo ai dipendenti di alcune Aree/Strutture.
Noi di CUB abbiamo sempre detto che il lavoro a distanza deve essere un diritto per tutti!
Perché per CUB, dopo l’esperienza LAE, le diverse forme di lavoro da remoto possono essere estese a tutti, a richiesta del lavoratore per contemperare le esigenze di conciliazione vita-lavoro.
Per CUB il lavoro da remoto, è lavoro VERO!
COSA È STATO MESSO A VERBALE?
Chiamati alla lavagna a fare il compito per tutti, abbiamo fatto mettere a verbale le nostre richieste già da tempo rappresentate:
- marzo 2020: tra tutte, l’erogazione dei buoni pasto per tutte le giornate di lavoro da remoto (LAE, TL, LA) e la c.d. flessibilità di domicilio sempre per tutte le forme di lavoro da remoto;
- settembre-ottobre 2020, nell’ambito del tavolo tecnico per la definizione della disciplina del telelavoro evoluto: ad esempio, una programmazione ampia delle attività, anche per quanto concerne il rapporto giorni in presenza/da remoto (rimozione limite due giorni a settimana); possibilità di cumulo tra telelavoro domiciliare e in centro satellite;
- novembre-dicembre 2020, rispetto alle linee guida per la sperimentazione dello smart working in Ateneo: oltre alle altre per esempio l’incompatibilità tra TL e SW.
Tali richieste (alcune delle quali sono state oggetto di diffida fin da luglio 2020), più volte rinnovate e aggiornate ai tavoli di trattativa e nei numerosi comunicati di sigla, hanno (con altre) portato allo SCIOPERO AZIENDALE del 18 novembre 2021.
IN CAMPAGNA ELETTORALE CI SI DIMENTICA DELLE OCCASIONI PERSE E DEI DISASTRI PRODOTTI, MENTRE AL CONTRARIO È COMODO INTESTARSI FINTI RISULTATI, PER GIUNTA FRUTTO DEL LAVORO DEGLI ALTRI
DICIAMOCI LA VERITÀ!
Il rinnovo del CCNL previsto da CGIL, CISL, e UIL per agosto 2021 (già con ritardo di 4 anni) ancora non c’è!
Quindi, in attesa dell’accordo nazionale o della stipula di nuovi accordi locali, in Ateneo continueranno ad applicarsi le regole attuali, sia in materia di telelavoro che in materia di lavoro agile/smart working.
Le dichiarazioni a verbale dovranno essere tradotte in Accordi locali che saranno trattati dalla prossima RSU!
Bene così!
Nonostante quelli (CGIL) che si sentono “sul pezzo”, si siano presentati in trattativa senza nemmeno sapere che da dicembre 2020 in Unibo ci sono delle linee guida sul lavoro agile.
Bene così!
Nonostante – sempre loro – nemmeno ricordino che i buoni pasto in LAE si sono ottenuti per la nostra grandissima insistenza che ha portato il delegato del Rettore, Prof. Zoli, ad aderire alle teorie del Prof. Santoro-Passarelli (Su questo tra tutti, rinviamo al Comunicato del 07.09.2020).
QUESTE COSE PURTROPPO VANNO DETTE IN MODO CHIARO, FACENDO RIFERIMENTI CONCRETI, PERCHÉ NON POSSIAMO FARE A MENO DI NOTARE CHE SUL “VERBALE” LE FORZE “GOVERNATIVE” E QUELLE SINDACALI HANNO REALIZZATO UNA SORTA DI CHIUSURA DEL CERCHIO, DI RICOMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI PREVENTIVA ALLE ELEZIONI RSU VOLTA AD ESCLUDERCI E STIGMATIZZARCI.
EPPURE, CHI C’ERA, SA BENE CHE IL VERBALE È STATO SCRITTO APPROPRIANDOSI DELLE NOSTRE RICHIESTE…