Per chi ha già compreso che siamo di fronte a una farsa di rappresentanza la campagna elettorale in corso è davvero esilarante. Sappiamo dei candidati e delle candidate che hanno un cane e fanno yoga, che si schierano coraggiosamente per la “democrazia”. Non manca chi ha “caratura diplomatica e internazionale”, e subito immaginiamo materializzarsi un vassoio di Ferrero Rocher. Siamo un po’ carenti coi profili Tiktok, ma alla prossima elezione dell’influencer TA speriamo di recuperare.
All’inizio di questa vicenda abbiamo lanciato un pallone sonda, candidando la nostra coordinatrice. L’esito forse lo ricordate (vedi Comunicato del 30.04.2024): la sua candidatura è stata respinta dall’insindacabile Comitatissimo di selezione, composto solo da professori/esse ordinari. I cattivi potrebbero pensare che il comitato sia chiamato a vigilare sulle insufficienti virtù democratiche del personale TA, che senza un illuminato indirizzo potrebbero votare chissachì, magari persino qualcuno che non fa lezioni di pilates.
Tramite la nostra coordinatrice, che ne aveva titolo, abbiamo richiesto il verbale del Comitato, e senza troppo affanno glielo hanno fatto avere. Qui sotto trovate un passaggio tra i più densi e significativi, che supponiamo (possiamo solo supporre) abbia a che fare con la “bocciatura” della candidatura della nostra coordinatrice. Eccolo, senza nostre alterazioni, dalla pagina 7:
Dal poco che abbiamo compreso dalle parti “in chiaro”, l’interpretazione della selezione prevista dallo Statuto è stata la più restrittiva possibile, e la “comprovata competenza gestionale” richiesta ci è sembrata quasi da intendersi come… l’avere incarichi gestionali in Unibo. Di fatto, quindi, si potrebbe dire che se hai incarichi meriti di rappresentare il personale TA, se non li hai no. Pensiamo male? Ci si dimostri il contrario. Intanto, i sindacati (sempre più) collaborativi fanno finta di trovarsi davanti a una grande occasione democratica, e si guardano bene dal commentare un’esclusione – quella della nostra coordinatrice – che li smentirebbe fino alla radice. Perché se queste sono le regole di ingaggio, nessun collega senza incarichi, come è la maggior parte, potrà mai diventare rappresentante, anzi: non potrà neppure partecipare alle elezioni.