A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca. Nel mese di dicembre di fronte alla redazione finale del nuovo Statuto, che prevede un Comitato di selezione delle candidature del personale TA, avevamo scritto:

“crediamo debba essere da subito chiarito che qualunque membro del personale TA potrà candidarsi per il ruolo di consigliere” e che quindi il Comitato avrebbe dovuto svolgere un ruolo di mera verifica formale (che i candidati/e fossero effettivamente dipendenti, non pensionandi e simili).

CI SBAGLIAVAMO!

Il Comitato ha invece escluso la nostra candidata (nella persona della nostra coordinatrice). Pur prevedendo lo Statuto la possibilità di contattare i candidati per chiedere eventuali integrazioni o svolgere approfondimenti – allo scopo secondo noi implicito di validare il maggior numero possibile di candidature – il Comitato ha deciso di non avvalersene. L’accaduto conferma l’errore a nostro parere imperdonabile dello Statuto, che ha conferito un tale potere – insindacabile – a un Comitato esclusivamente di nomina rettorale.

Non sono stati comunicati i numeri delle esclusioni, né il criterio né altro. È stato pubblicato solo l’elenco dei 3 ammessi: un ex senatore in quota CISL, una collega proveniente dalla fu “consulta del personale”, una RSU CGIL. Non potendo conoscere i criteri, possiamo solo constatare che – per come si son messe le cose – non ci saranno Consiglieri/e immediatamente riconoscibili come “scomodi” in rappresentanza del personale TA in CdA.

Chi ci perde non siamo di certo noi della CUB ma l’idea – fino a pochi giorni fa ancora ampiamente rilanciata – che il nuovo Statuto si presentasse come “più democratico” per la componente TA.

Per noi la questione non è chiusa, e diventa persino più importante della stessa rappresentanza in CdA, ma riguarda l’agibilità sindacale e democratica in Ateneo.

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