Ci comunica il DG che “grazie alla sottoscrizione con alcuni dei Soggetti Sindacali presenti al tavolo di trattativa” (cioè CGIL e CISL) va avanti il bando di Telelavoro e passa alla Fase 2.
Veloce come un treno.
Noi avevamo chiesto di rallentare, di aspettare la fine dell’emergenza sanitaria.
Avevamo ragione, perché ora grazie alla fretta, con un attivismo natalizio che avevamo già notato in altre occasioni, l’amministrazione sta provando a far passare due concetti che non condividiamo per nulla:
- Il lavoro da remoto è visto SENZA OMBRA DI DUBBIO da chi ci governa (in allineamento alle ultime vergognose affermazioni della MINISTRA DADONE sul tema SW) come un PRIVILEGIO o un BENEFIT, un di più che può addirittura creare scompensi nella distribuzione tra chi lavora da casa e chi in presenza. Eppure dimentichiamo che il lavoro da casa priva i lavoratori dei Buoni pasto, o di varie forme di permessi! Nonostante a questi stessi lavoratori sia richiesto di svolgere lo stesso numero di pratiche che avrebbero trattato in ufficio. Unibo considera il TL un istituto con finalità in primis conciliativa, ma allora da quando la conciliazione dei tempi vita lavoro è un privilegio??! È vero piuttosto che il TL non è un beneficio concesso, ma una modalità di lavoro che viene incontro alle esigenze conciliative dei lavoratori che per questo lo hanno richiesto.
- Si introduce, con una ripetizione lunga ben due paragrafi nel messaggio del DG, lo standard di 2 giorni lavorativi in TL, e si ammette che in tal senso (i 2 gg) è stata data “un’indicazione ai Responsabili di Struttura”, come se “un’indicazione” data gerarchicamente a partire dai massimi vertici (sé stesso e il Rettore, che pure viene citato nella mail) possa essere qualcosa che i responsabili di grado inferiore prenderanno come il consiglio di un amico. Finisce così tra mille parentesi quel: “senza voler precludere in assoluto la possibilità di svolgere il telelavoro per un numero di giorni superiore a due”.
Ebbene: quell’indicazione dei due giorni non sta in alcun modo nell’accordo (vedi qui).
Viene previsto, infatti, soltanto nel passaggio specifico relativo al telelavoro in centri satellite, passaggio che peraltro non avrebbe dovuto essere inserito, perché ingiustificato e penalizzante rispetto a quanto previsto fino ad oggi.
Questa indicazione in ogni caso non è ripetuta nelle parti dell’accordo dedicate al TL in generale, quindi in quell’accordo – che pure noi saggiamente non abbiamo sottoscritto – NON trova fondamento alcuno l’indicazione dei due giorni.
Forse i sindacati firmatari dovrebbero battere un colpo, visto che l’accordo è stato chiaramente disatteso. Ma da loro non ci aspettiamo nulla…
La lista dei Telelavoratori è già stata fatta, ma si deve arrivare alle sottoscrizioni dei contratti solo dopo la revoca di questa “indicazione”, in modo da ridurre la pressione sui colleghi e sui responsabili diretti. |