Gentili colleghe e colleghi,
con questo comunicato si vuole portare a conoscenza dei dipendenti interessati una buona notizia.
Che purtroppo si accompagna ad una cattiva.
La Buona notizia è che finalmente, con il nuovo contratto nazionale i dipendenti che hanno maturato una anzianità di 3 anni alle dipendenze della pubblica amministrazione anche precedentemente al contratto a Tempo Indeterminato, possono vedersi riconosciuti questi 3 anni di servizio (come per tutto il resto) anche ai FINI DEL CALCOLO dei GIORNI di FERIE SPETTANTI.
Si è quindi dissolto un “dubbio interpretativo” sulla questione del calcolo delle ferie che ha portato all’equiparazione di un diritto che veniva negato ai dipendenti con anzianità di servizio conseguita con un rapporto di lavoro a tempo determinato.
L’Ateneo si è dovuto adeguare a quanto previsto dal contratto e sta effettuando il RICALCOLO DELLE FERIE SPETTANTI per tutti coloro che hanno maturato più di 3 anni di servizio, riconoscendo i 32 giorni di ferie per anno.
Quindi siamo a definire una buona notizia, l’affermazione di un diritto sacrosanto.
Il riconoscimento di questo diritto era stato richiesto nel luglio 2017 da uno sparuto numero di colleghi (5 gatti) tramite un legale e sono stati sostenuti dalla nostra organizzazione sindacale.
In pratica si sosteneva l’illegittimità della decurtazione subita dei 2 giorni di ferie nonostante i 3 anni di anzianità già maturati tra TD e TIND sulla base della giusta lettura dell’Art. 28 del CCNL, e che nella fattispecie era legittima la mera regola della anzianità di servizio, senza alcuna DISCRIMINAZIONE tra Lavoratori a Tempo Determinato e Lavoratori a Tempo Indeterminato.
A questa richiesta l’Amministrazione aveva risposto picche, trincerandosi dietro un parere dell’Aran (peraltro non del tutto pertinente) ritenuto come sempre di valenza SUPERIORE rispetto a qualsivoglia legge o contratto o direttiva europea.
Ora, il tempo ha dato ragione a questi coraggiosi/e colleghi/e. Il nuovo contratto ha dissolto qualsiasi dubbio interpretativo e in questi giorni APOS sta inviando e-mail a tutti i colleghi a cui le ferie erano state “scippate” proprio sulla base dallo stesso articolo 28 del CCNL .
Peccato che già nel luglio 2017 questo diritto era esigibile, come argomentato dalla nostra richiesta. E peccato che solo ora l’Ateneo si adegua ad una lettura che smentisce certi pareri dell’ARAN (che come è noto, è l’Agenzia che agisce per conto dei datori di lavoro/Università).
Ma non è tutto. Ora viene la cattiva notizia.
L’Amministrazione sta riconoscendo le ferie non attribuite ai lavoratori interessati, ma solo per il 2018. Tuttavia il contratto nazionale riguarda il periodo del triennio 2016-2018, mentre secondo noi erano dovute anche prima.
Quindi a questo punto ci si chiede se l’Amministrazione intenda riconoscere anche le ferie non attribuite negli anni precedenti al 2018, magari monetizzandole, visto che è già trascorso del tempo.
Ma crediamo che, come capita per molte questioni che riguardano il personale tecnico amministrativo (PEO, Legge Madia, permessi per visita medica, etc..) occorrerà battersi per ottenere quello che altrove viene affermato.
In questo caso di specie, ci sono ormai risalenti Direttive UE che vietano espressamente ogni tipo di discriminazione tra Lavoratori TD e Lavoratori TIND in assenza di stringenti e comprovate motivazioni di carattere oggettivo.
Sappiamo che l’ordinamento giuridico nazionale ed europeo è farraginoso e che per chi ha responsabilità non è facile districarsi in questo guazzabuglio di norme, spesso volutamente confuse dal legislatore e funzionari.
Ma i lavoratori sono stanchi di passare per quelli che hanno sempre torto e che chiedono quello che non è scritto nelle norme.
Purtroppo questo atteggiamento costringe ogni volta molti lavoratori ad intraprendere una lotta o una contestazione anche solo per rivendicare i diritti e le condizioni che in altri Atenei sono pacificamente riconosciuti.
CUB è a disposizione di quanti intendano far valere i propri diritti.
Autorganizzati insieme a noi.
Dalla parte dei lavoratori sempre e comunque.
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