Cari colleghi e care colleghe,
Nella seduta del CdA di fine luglio scorso, mentre già si respirava aria di vacanze, al Rettore è stato riconosciuto un inopinato incremento dell’indennità di carica (da 16.200 Euro a 50.000/60.000 Euro). Un bel balzo! Il CdA (organo che dalla riforma di Statuto non ha più rappresentanza del personale T-A) senza batter ciglio e all’unanimità ne ha quasi quadruplicato l’ammontare.
Proponemmo, allora, una revoca immediata della delibera, suggerendo al Rettore di farsi promotore per una generale moralizzazione delle indennità negli Atenei d’Italia, abbassandosi le indennità.
Cosa che gli avrebbe fatto fare un figurone… e ci avrebbe resi persino orgogliosi… nel mentre in realtà ci ha soltanto umiliati.
Ma, a quanto pare, per queste “fondamentali esigenze” i soldi non mancano: prima dell’aumento dell’indennità di carica del Rettore c’era già stato il cospicuo aumento dell’indennità del Direttore Generale. E a questo punto è plausibile che anche ad altre “figure istituzionali”, slegate da qualsiasi parametro valutativo, saranno riconosciute laute indennità. Si presume con lo stesso cospicuo balzo.
Su tutto questo, la cosiddetta “comunità accademica” non ha mostrato alcuna reazione, nemmeno una timida forma di indignazione. Tacciono gli stessi studenti a cui sono state aumentate le tasse; nessun segnale dalle Organizzazioni sindacali CGIL e CISL (da parte loro non abbiamo ricevuto nessun comunicato in proposito).
Davanti a questo silenzio assordante, rilanciamo chiaro e forte la nostra proposta al Magnifico Rettore:
– rinunci all’aumento dell’indennità di carica e chieda la revoca della delibera CdA.
– dia mandato al delegato per le Relazioni sindacali ad aprire una nuova fase di trattative sul contratto integrativo, che preveda finalmente progressioni orizzontali per tutti ed incrementi significativi del trattamento economico accessorio.
– applicazione della Legge Madia dei lavoratori precari aventi diritto e non ancora stabilizzati