Con il nostro comunicato del 30.10.2020 (“La lotteria Unibo”) avevamo segnalato la paradossale situazione di chi, vistosi approvato il proprio progetto di Telelavoro (anche e soprattutto per il punteggio dato da situazioni difficili di salute o familiari), si sarebbe potuto trovare nel 2021, in caso di perdurare della pandemia, ad andare in ufficio… più spesso di altri colleghi in LAE che non avevano le stesse, gravi, situazioni di “fragilità”!

La nostra preoccupazione era fondatissima, e ne abbiamo avuto riscontro da diverse mail di colleghi/e. Proponevamo quindi due soluzioni: o concedere il LAE per i giorni che per il telelavoratore sarebbero stati in presenza, oppure (meglio ancora) fermare il bando del telelavoro e rimandarlo a dopo l’emergenza, con più serenità per tutti.

Ebbene, la risposta dell’amministrazione è quella di chi, a ogni costo, non intende cambiare rotta. Il Telelavoro, in modo piuttosto informale e in alcuni casi spiacevole, cioè “attraverso uno scambio di e-mail tra Responsabile e lavoratore” (quindi senza l’almeno apparente “oggettività” e “neutralità” di un modulo formale di richiesta), verrà esteso ai giorni che sarebbero stati di presenza, promette Unibo. E, questo pasticcio, perché in qualche Tavola della Legge è scritta, scalpellata nel marmo, l’assoluta incompatibilità tra TL e LAE.

Questa Tavola della Legge sarebbe poi semplicemente l’accordo sul Telelavoro firmato dall’Amministrazione e dai “soliti” sindacati, sempre pronti a firmare qualsiasi proposta (in tema si ricorda il “lungimirante” accordo sul Telelavoro del 2017). Sugli aspetti giuridici scriviamo qualcosa qui in calce, nell’“approfondimento”. Questa dunque è cosa fatta, e sappiamo chi ringraziare.

Allora resta – si impone!  – l’altra soluzione che abbiamo proposto: fermare la “messa a sistema” del Telelavoro. Nell’attuale situazione non c’è nessuno che frema per l’applicazione urgente del Telelavoro. Anche per i pochi colleghi che sono già in Telelavoro sarebbe assai meglio che si mantenesse la situazione di questi ultimi mesi del 2020, ovvero la compresenza di TL e LAE. Anche se in realtà per loro, ma in generale per tutti i lavoratori “fragili”, il LAE è lo strumento di miglior tutela, rispetto alle soluzioni pasticciate e agli imbarazzanti “scambi di e-mail”. Se ormai si deve, il bando lo si faccia, ma se ne “congelino” totalmente gli effetti fino alla fine della fase emergenziale.

A pensar male si potrebbe anche ipotizzare che tutto questo pasticcio sia legato al risparmio dei Buoni Pasto per i lavoratori che si trovano in Telelavoro “allungato” invece che in LAE. In tal modo si afferma una piccola ma odiosa discriminazione economica ai danni di lavoratori fragili (e per questo vincitori del bando di telelavoro), privandoli del buono pasto.

L’amministrazione Unibo è consapevole degli effetti discriminatori di questa decisione?

A noi sembra di sì, visto che, nonostante le nostre segnalazioni, insiste nel voler riproporre questa interpretazione estendendo il regime di Telelavoro anche nelle giornate di LAE.

Approfondimento giuridico e richieste puntuali all’Amministrazione:

Attualmente le misure emergenziali, adottate a partire dal mese di marzo 2020, hanno previsto che i lavoratori delle PA, in particolare i c.d. lavoratori “fragili”, debbano lavorare da remoto, secondo un modello tipico di riferimento denominato lavoro agile.

La legge, non soltanto consente ai dipendenti della PA di lavorare al di fuori della sede ordinaria di servizio, ma al contempo predeterminata la modalità di esecuzione della prestazione lavorativa sulla base della disciplina del lavoro agile.

Per CUB SUR, poiché il legislatore ha individuato nel lavoro agile la modalità più idonea a garantire la continuità dell’azione amministrativa, Unibo non può muoversi con ampia sfera di azione, prevedendo un telelavoro esteso, per il sol motivo che a parere del Direttore generale il telelavoro è comunque misura idonea allo scopo di limitare gli spostamenti delle persone.

La normativa prevede che nell’emergenza vi sia esclusivamente il regime del lavoro agile per tutte le giornate lavorative. In via sussidiaria, cioè qualora in alcuni specifici casi per le Amministrazioni non fosse possibile ricorrere al lavoro agile per taluni lavoratori, adottano strumenti alternativi. Non certamente il telelavoro che pone vincoli molto rigidi e non consente l’attribuzione del buono pasto.

CUB SUR ritiene pertanto che Unibo stia agendo, per difetto di istruttoria, in deroga al diritto e chiede sia rivalutato per tutto il periodo dell’emergenza, anche nella fase pregressa, l’inquadramento di tutti i lavoratori titolari di contratto di telelavoro nella modalità del lavoro agile e conseguentemente sollecita l’attribuzione dei buoni pasto spettanti.

CUB SUR chiede, inoltre, chiarimenti rispetto all’incompatibilità tra Telelavoro e Smart Working, nel momento in cui, al termine dell’emergenza, lo SW andrà adottato nella misura pari almeno al 50% del personale

IL CONTENUTO DISPOSITIVO DELLE NORME NON DEVE ESSERE DEROGATO IN RELAZIONE AI MEZZI CHE IL LEGISLATORE PREDETERMINA PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UN DETERMINATO FINE.

ALTRIMENTI SI HA UNA VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI LEGALITÀ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA.

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LINK E NORMATIVA SU SMART WORKING OBBLIGATORIO ALMENO AL 50%
NELLA PA – ORDINANZE NAZIONALI E REGIONALI EMERGENZA COVID

Ordinanza Regionale 216 del 12 novembre Emilia Romagna
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DPCM 3 novembre 2020 – Governo

cit. Art. 5 
[cut]
3.  Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato  con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. 
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Obbligo Smart Working almeno al 50% per la PA

Decreto Ministeriale 19/10/2020 – Funzione Pubblica

DPCM 24 ottobre 2020 – Governo

Protocollo quadro rientro in sicurezza – ARAN

Lavoro agile linee guida – Ministero Funzione Pubblica