Care colleghe, cari colleghi,

come già saprete venerdì scorso si è riunita la RSU. Si trattava di una riunione straordinaria, avente come unico tema all’ordine del giorno una delibera in merito al coinvolgimento di UNIBO in attività di ricerca in ambito militare e gli aiuti accademici che l’ateneo potrebbe mettere a disposizione per studenti, ricercatori e docenti universitari palestinesi.

Abbiamo aderito alla convocazione in coerenza con la nostra vicinanza al popolo palestinese (come l’iniziativa nazionale del 24 febbraio conferma) e contro ogni guerra e interessi economici a esse correlati, e abbiamo votato all’unanimità una delibera mitigata dal lungo dibattito. Vogliamo però condividere con chi legge alcune impressioni che riteniamo importanti.

Già nei primi atti di convocazione di questa assemblea era risultato chiaro che l’indirizzo di CGIL fosse quello di sempre: predeterminare e imporre le condizioni della discussione. Per lunghi anni, a cavaliere tra due mandati di RSU, lo ha fatto – ultimamente insieme a CISL – non presentandosi e facendo mancare il numero legale. Questa volta lo ha fatto legando la propria presenza alla discussione di un tema, e solo quello!, all’ordine del giorno.

Inutili i nostri tentativi di convocare un coordinamento tra le sigle prima della riunione plenaria, in modo da stilare un ordine del giorno che contemplasse i temi di competenza della RSU, alcuni dei quali richiederebbero urgente trattazione.

Quali? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Innanzitutto una “piattaforma” comune, cioè di cosa intende occuparsi una RSU che fin qui non ha saputo funzionare nonostante i nostri tentativi. E poi: il conta ore, i buoni pasto, le PEV, l’individuazione di un rappresentante TA per l’inaugurazione dell’anno accademico…eccetera.

In maniera inattesa, in coda alla riunione, proprio CGIL ha proposto di tornare a riunirsi allo scopo di modificare il regolamento in merito allo storico divieto di “doppio incarico” per i membri RSU (ad esempio RSU e Senato oppure, con il nuovo Statuto, RSU e CdA). Notiamo per inciso che questo “divieto” esiste solo nella stramba interpretazione di CGIL; si tratta dunque di un pretesto (prima usato per non riunirsi, ora per riconvocarsi) che conferma quanto detto sopra: la volontà di predeterminare e condizionare la RSU.

Questi giri larghi testimoniano l’inizio di una campagna elettorale nella quale CGIL proverà a far credere di aver operato correttamente in RSU in tutti questi anni; ma, sempre a causa loro, ancora non si parla delle cose che servono ai lavoratori e alle lavoratrici di Unibo!

La strumentalità dell’atteggiamento è testimoniata anche dalla grave mancanza di rispetto nei confronti del deliberato dell’RSU. I comunicati di CGIL e CISL che avete ricevuto sulla delibera di venerdì scorso riportano infatti un testo che non è quello approvato in assemblea e che nonostante questo è stato inviato in quella forma anche alla stampa.

Se è questo il “debutto” di una nuova RSU, allora iniziamo male.

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