La brutta notizia è già circolata nei giorni scorsi: venerdì Paolino ci ha lasciato. Per chi vorrà salutarlo l’appuntamento è lunedì 4 marzo “al Pantheon  della Certosa dove si resterà dalle 14.30 fino alle 16.30 con musica e vino come voleva Paolo. Vi aspetto”, scrive la sua compagna, Elisa.

Le parole non bastano, ma solo queste possiamo usare per dire il ricordo e il compianto. Dedichiamo a Paolino queste righe di un nostro collega e compagno, Stefano:

Ciao,
perdonate le righe di seguito solo come contributo personale in ricordo di un nostro vecchio iscritto e simpatizzante Paolo Sitzia, Paolino per gli amici, che stamattina presto è evaso per sempre dal regime detentivo, sempre più stretto, imposto dalla sua lunga malattia.

Per chi non lo ha conosciuto Paolino è stata una persona libera grande collettore di socialità e condivisione. Un anarchico elegante, sornione, buono con la sua risata dissacrante e contagiosa e la sua curiosità smisurata per la vita si buttava a capofitto nelle situazioni. Sempre con un bicchiere di buon vino rosso (mai nero) in una mano, un salame nell’altra e un libro in tasca (collezionava libri in modo certosino e li ha letti quasi tutti).

La sua abilità nell’aggregare le persone e farle divertire con i suoi racconti era pari alla velocità con cui si cacciava nei guai o alla sua avversione per il lavoro (che ha sempre rivendicato). Per sua fortuna, Elisa, la sua meravigliosa compagna di vita, lo ha sempre amato, sostenuto e a volte sopportato. A suo modo Paolino è stato non solo un viaggiatore curioso (credo che abbia girato praticamente tutta l’America Latina) ma anche un artista. La sua sensibilità (che non nascondeva mai) e la sua dialettica condita con solenni libagioni gli consentivano di elaborare stornelli incredibili che Valerio Evangelisti definiva, divertito, “geniali”.

Una persona che ringrazio, non solo, per aver creato e tirato dentro a questa esperienza sindacale che si è evoluta fino ad oggi ma anche per avermi concesso di essergli amico.

Ciao Paolino, buon viaggio