Care colleghe, cari colleghi,

al netto del vuoto di democrazia e soprattutto di rappresentanza che ha prodotto la riforma statutaria ormai già approvata dagli OO.AA., ci preme evidenziare che le modifiche introdotte hanno comportato dei rimaneggiamenti agli istituti di rappresentanza della componente del personale TA che ci potrebbero trovare insoddisfatti all’atto della concreta applicazione.

Ci riferiamo in particolare, ma non solo, alla previsione dell’elettività diretta del membro TA in Consiglio di Amministrazione che è stata approvata nella formulazione che qui sotto riportiamo.

“Membri interni, nominati dal Senato Accademico senza distinzione alcuna tra le varie categorie di personale di ruolo dell’Ateneo.

Il Senato Accademico procede alla nomina di […] 1 membro del personale tecnico amministrativo eletto dal personale tecnico amministrativo dell’Ateneo sulla base di una rosa di candidati, almeno doppia rispetto al numero dei membri da designare. Tale rosa viene individuata da un Comitato di selezione formato da 5 membri, di cui 3 esterni nominati dal Rettore e 2 interni nominati dal Senato Accademico, non componenti del medesimo.”

Per rimediare a un decennio di totale assenza della componente del personale TA in CDA, si escogita una soluzione che comporta il vaglio della candidabilità del nostro rappresentante da parte di un Comitato, senza che nemmeno si conoscano i criteri che guideranno il Comitato nella selezione!

Un sistema definito di “democrazia partecipativa” totalmente inaccettabile e offensivo per qualsiasi componente da rappresentare. 

Purtroppo, con tale previsione statutaria, al personale TA non resta che sperare in una mera funzione di ratifica delle candidature da parte del Comitato di selezione.  Diversamente si apre uno scenario di cooptazione su candidati graditi e “potabili”.

Volendo scongiurare il pericolo di una forte insoddisfazione da parte del personale TA crediamo debba essere da subito chiarito che qualunque membro del personale TA potrà candidarsi per il ruolo di consigliere. Perché se così non fosse e se fossero operate delle selezioni a monte non si tratterebbe di una vera elezione popolare e saremmo tutte/i legittimate/i a dire che come al solito la montagna ha partorito un topolino, per di più un topolino da laboratorio.

Una riforma prodotta in nome di chi?

Non tocca di certo a CUB SUR proporre un’esegesi del testo ormai approvato che possa davvero dare voce al personale TA, ma purtroppo tocca a noi ricordare e soprattutto chiarire definitivamente l’antefatto che nostro malgrado ha sollevato un ginepraio di polemiche.

Nella speranza di stimolare una discussione aperta e soprattutto democratica, noi di CUB SUR, prima di altri, con il comunicato del 16 novembre 2023 (“Lo Statuto è solo cosa loro?“) abbiamo evidenziato che l’operato dei Senatori TA in relazione alle modifiche statutarie portava a una possibile mediazione a perdere in tema di rappresentanza TA. Considerate le reazioni dei Senatori TA attualmente in carica ci siamo sbagliati davvero di poco…

Purtroppo il nostro intervento ha prodotto reazioni scomposte da parte dei 3 senatori attualmente in carica.

C’è stato chi ha cercato di legittimare la sua condotta vendendoci una sua favola confusa e quindi per niente convincente…

C’è stato chi ha cercato di dare lezioni di democrazia agli altri, nonostante da tempo si siano perse le tracce della sua attività di rappresentanza e non paga – con citazioni a prestito – si è permessa darci dei mentitori…

C’è chi da sempre parteggia ecumenicamente per l’Istituzione Ateneo dimenticandosi spesso di appartenere alla componente TA e di farsi promotore di istanze della categoria.

Se i tre Senatori si fossero degnati di dialogare e comunicare quanto stava avvenendo durante il dibattito sulla riforma statutaria e avessero coinvolto tutto il personale TA forse non avremmo avuto un vuoto informativo e le “ricostruzioni fantasiose” e forse anche l’esito delle modifiche allo Statuto sarebbero state di segno parzialmente diverso. Inoltre, ci avrebbero pienamente dilettato sul concetto di democrazia.

Tirando le somme di questo ingarbugliato pasticcio riteniamo importante chiarire alcuni aspetti della vicenda:

  1. il Magnifico Rettore ha convintamente proposto l’elettività diretta anche per il membro TA in Consiglio di Amministrazione: se eletti sono i rappresentanti docenti, eletto deve essere anche il rappresentante TA;
  2. i Senatori TA in carica pare invece abbiano proposto uno scambio: eliminare l’elettività diretta del membro in Consiglio di Amministrazione per avere più seggi, seggiolini o seggioloni in Senato Accademico.

È meglio “mutilarsi”, accettando una nomina dall’alto al posto dell’elezione diretta in Consiglio di Amministrazione oppure cedere sul numero dei rappresentanti in Senato Accademico?

Il “dilemma senatoriale” poteva essere risolto attraverso un’ampia consultazione del personale TA. Una consultazione che con buona probabilità avrebbe dato forza alla componente TA attraverso una proposta popolare, unitaria.

A prescindere dagli aspetti contenutistici sui quali si può legittimamente divergere, il come si fa rappresentanza non dovrebbe essere oggetto di discussione e ci auguriamo quindi che la persona che entrerà in Consiglio di Amministrazione come rappresentante TA sappia quantomeno che chi si assume un mandato NON dovrebbe discutere e decidere in nome proprio, ma dovrebbe prima chiedere, poi rappresentare e infine rendicontare a tutte/i.

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