Alcuni dubbi di CUB sull’utilizzo dello strumento della mobilità interna

Care colleghe, cari colleghi,

all’inizio dello scorso novembre avevamo ricevuto notizia che la vicina sessione per raccogliere manifestazioni di interesse alla mobilità sarebbe stata posticipata a marzo 2023, “considerato che è attualmente in corso la riorganizzazione delle Aree dell’Amministrazione Generale dell’Ateneo”.

Eppure, il fabbisogno di personale c’era, anche in autunno, e c’è sempre di più: lo dimostrano le assunzioni che sono state perfezionate, i concorsi in via di pubblicazione (si parla di numeri davvero importanti) e i bandi per la copertura di posizioni di responsabilità, oltre che i singoli “avvisi per raccogliere manifestazioni di interesse” finalizzati all’individuazione di “profili con specifiche competenze tecnico-professionali”.

CUB segnala da tempo l’utilizzo distorto dello strumento mobilità interna in Ateneo, impiegato quasi esclusivamente per mettere pezze a un’emergenza che, quando non c’è, viene creata, anche proprio attraverso le riorganizzazioni.

Abbiamo chiesto pertanto quale fosse la ratio dietro la decisione di bloccare le mobilità in un momento di riorganizzazione e di espansione dell’organico, e ci è stato risposto che l’Amministrazione decide “sulla base delle priorità e al fine di assicurare il buon andamento dei servizi”.

Oggi, alla vigilia dell’apertura della procedura generale di mobilità interna, CUB si augura una diffusa partecipazione da parte di tutte e tutti coloro che hanno interesse a esprimere il proprio disagio lavorativo. Magari non troverete un contesto migliore ove “migrare” e alla fine sceglierete di restare nella vostra sede di lavoro, ma è davvero importante far tracciare il proprio interesse al cambiamento. In questo modo, poiché questi dati verranno acquisiti nell’ambito della valutazione dello stress lavoro-correlato, l’esigenza di cambiamento sarà dettata dalla volontà dei singoli e non dai desiderata della Governance o del “padrone” di turno.

Presentare domanda di mobilità è uno dei pochi modi a nostra disposizione per manifestare il proprio malessere, nella speranza che la procedura di mobilità intercetti le richieste degli istanti.

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