Stamattina si è tenuto un incontro con l’Amministrazione già sollecitato da tutte le parti sindacali con urgenza per dare risposte concrete e immediate all’attuale fase pandemica.

Di fatto, CUB SUR ha dovuto ribadire tutte le richieste precedentemente presentate all’altra Governance: Lavoro Agile, punti tampone, etc..

Risposta della nuova Governance (Rettore e DG): si continua a lavorare in presenza, più o meno con le stesse prescrizioni; forniremo a tutto il personale le mascherine FFP2 anche se gli ultimi decreti non lo prevedono espressamente.

E coniglio dal cilindro: Telelavoro flash per i lavoratori che ne faranno richiesta e che svolgono attività telelavorabili, con attribuzione ai responsabili di ogni valutazione, ma in ogni caso non più di due giorni a settimana!!

Per noi il vero problema risiede nell’evidenza: questo Ateneo non dispone ancora di un accordo sul lavoro agile. Quindi, l’emergenza si affronta con l’unica arma spuntata, ovvero il Telelavoro flash.

Peccato che questa tipologia di lavoro assomiglia più al lavoro agile, con l’unica differenza manca il buono pasto.

CUB SUR ha pertanto chiesto alla Governance e alla nuova Direttrice generale di attivarsi con tempestività e con grande senso di responsabilità verso tutta la comunità universitaria per mettere in gioco tutti gli strumenti che le norme emergenziali attualmente prevedono per garantire il buon andamento di tutte le attività nei prossimi mesi.

–         attivare il Lavoro agile, tramite applicativo dedicato così da rispettare le condizionalità previste a partire da ottobre 2020;

–         applicare la percentuale del 51% in presenza – esattamente – come richiesto dalla nuova circolare Brunetta-Orlando: cioè valutando che (quantomeno) da novembre tutti lavoriamo in presenza e che quindi ora è certamente possibile “recuperare” e implementare il lavoro da remoto anche 5 giorni su 5;

–        rivedere il criterio di “opzionabilità” del lavoro da remoto da parte dei lavoratori. Come abbiamo sempre sostenuto, spetta al datore di lavoro individuare – oggi con criteri davvero stringenti – non solo le attività da svolgersi necessariamente in presenza, ma anche il numero massimo di lavoratori ad esse addetti, per ogni singola giornata, in considerazione degli spazi di lavoro.

Al fine di tenere i lavoratori indenni dalla mancata applicazione del lavoro agile in Ateneo abbiamo inoltre chiesto il ricalcolo – da marzo 2020 – dei buoni pasto spettanti ai lavoratori per tutte le giornate lavorate da remoto, con ri-attribuzione del diritto al buono pasto a tutti i telelavoristi, in particolare ai lavoratori fragili.

La Governance ha confermato che “si procederà con l’implementazione dei contratti di telelavoro flash, per soli 2 giorni a settimana, in attesa della definizione del nuovo accordo per il lavoro agile in Ateneo”.

CI PROPONGONO LA SOLITA MINESTRA RISCALDATA, CON INGREDIENTI DEL TUTTO SBAGLIATI. E INTANTO – SE VA BENE – NOI SALTIAMO IL PRANZO… SEMPRE SE NON CI TROVEREMO IN MALATTIA/INFORTUNIO COVID