L’estensione al comparto università dell’obbligo vaccinale era solo questione di tempo. Le peggiori prassi che riguardano un settore si espandono ineluttabilmente agli altri, in un precipitare che sembra senza fine.

Il diritto al lavoro e alla retribuzione è così oggi legato direttamente all’accettazione di una profilassi medica; cioè a una scelta sul proprio corpo, ovvero su ciò in cui risiede la parte più irriducibile della propria identità. Non quindi a come lavori, se lavori, se rispetti le regole sulle assenze e sulle presenze, eccetera; ma su come ti poni rispetto a una profilassi.

Chi pensa che questo riguardi solo i non vaccinati sbaglia di grosso. Riguarda anche chi si è vaccinato ma, a un certo punto della propria esistenza, vorrebbe poter smettere; riguarda chi si è fatto le tre dosi “per questa volta”, per un mix di motivazioni che tutti/e ben capiamo, e che vanno dalla convinzione al non reggere la pressione dei media e dei “pari” eccetera, ma che non è proprio entusiasta all’idea di farsele per ogni prossima pandemia (vera o presunta che sarà); riguarda chi teme, e non del tutto immotivatamente, che di questo passo si arriverà a imporre la vaccinazione antinfluenzale, ogni anno, anno dopo anno.

Riguarda anche, in prospettiva, chi vorrebbe tener fuori la propria vita privata, la propria sfera più che intima, dal lavoro. Fai troppo poco sport, bevi e fumi, magari anche cose illegali; oppure fai uno sport troppo pericoloso e ti sottoponi a diete restrittive? Sono decisioni che potrai prendere ancora per molto in autonomia, o dovranno essere portate a conoscenza dell’Amministrazione e del governo? Non è distopia. La distopia, come anche alcune “teorie” che fino a ieri avremmo considerato con disprezzo solo “complottismi”, è il nostro presente.

I dati non ci salveranno, ma…

I dati sono strumento del potere e possono essere piegati a ogni esigenza. “Se torturi i dati abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”, scriveva Darrel Huff nel 1954.

Le perplessità e le richieste di cambiamenti anche da parte di “esperti” e media “ufficiali” (che sembrano essersi svegliati da un letargo lungo due anni), dei metodi di rilevazione statistica sulle ospedalizzazioni, dimostrano che la tortura dei dati è andata molto oltre l’immaginabile.

Ma dati semplici, se presi con le pinze, possono invece aiutare. Il governo dei migliori ha deciso l’estensione dell’obbligo vaccinale ai dipendenti universitari e agli ultracinquantenni prima ancora di poter conteggiare le conseguenze che questo obbligo ha creato sulla scuola, e senza prendere sul serio gli allarmi sulle assenze di personale medico e infermieristico irrinunciabile, ma lasciato a casa perché non vaccinato. Ora, alla riapertura delle scuole, il dato dei e delle “sospese” è confuso, intorbidito, da quelli delle quarantene. Ma al governo non evidentemente interessa insomma sapere se “la pezza” sia o meno peggiore “del buco”.

Da parte sua, la nostra Amministrazione non ha mai fornito il numero dei e delle sospese con l’introduzione del Green Pass. Probabilmente è vero che sono pochi/e, come accennato da dirigenti, perché il tampone era una via d’uscita praticabile. Ma dopo lo showdown il 15 febbraio la situazione sarà diversa, e pensiamo che l’Amministrazione non potrà continuare a fare spallucce. Oltre alla situazione pesante per i sospesi, privati dello stipendio e di poter fare quasi ogni cosa (qualcuno lo spieghi agli invasati che gridano “solo 100 euro!!!!!!!”) è assai probabile che si vedranno conseguenze per i servizi e per l’insegnamento. Oltre a una ferita che attraversa tutta la società e che sarà lunghissima da sanare, e che potrebbe portarci in qualsiasi sprofondo.

Tutto questo non ha nulla a che fare con un virus, ma con metodi e fini di governo, intrisi di emergenzialismo, ideologia e imposizioni. Il fatto che il governo continui a rilanciare, assumendo provvedimenti prima ancora di vedere gli effetti prodotti dai precedenti, lo testimonia. Solo la paura e l’odio alimentato verso capri espiatori può consentire a una simile squallida accozzaglia, guidata da un diretto esponente dei poteri finanziari più oscuri, di restare in sella. A noi non resta che immaginare e praticare una lotta dal basso, contro e oltre il “divide et impera” del governo. Sarà dura, ma è irrinunciabile.

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