Antefatto
Come CUB avevamo sollecitato una riunione RSU su temi di grande interesse: il contratto integrativo aziendale, la democrazia sindacale in Ateneo e in particolare la consultazione del Personale TA (leggi qui il comunicato!).
I coordinatori delle varie compagini sindacali avevano concordato, fin dal mese di settembre, la data del 16 dicembre per la riunione RSU del mese corrente. La data era stata richiamata in varie comunicazioni successive e la necessità di discutere di quei temi non era una nostra pretesa, ma derivava dal regolamento RSU.
Fatto
In risposta, i coordinatori RSU di CISL, ANIEF e CGIL ci comunicano di non poter partecipare alla plenaria di dicembre per impegni sopravvenuti.
Nessuno di loro si è preoccupato di chiedere un cambio di data con congruo anticipo. E l’indisponibilità è stata sollevata solo a ridosso dell’incontro e solo a seguito della nostra sollecitazione.
Circostanza aggravante
L’impegno di cui si parla (una rassegna formativa “Camillo Olivetti: alle radici di un sogno”) è sicuramente programmato da tanto tempo, quindi non è un imprevisto. In più, non si tratta nemmeno di un impegno sindacale (RSU o RLS) e appare strano che questo evento coinvolga tutti i componenti delle suddette sigle.
Si tratta di una formazione un po’ sui generis che sembra più che altro un esercizio di autorappresentazione della dirigenza. Ma per quanto ci riguarda, sembra soprattutto l’ennesimo pruriginoso fastidio di alcuni verso la RSU che porta a scegliere strategicamente di sgambettare, ovvero disdettare, ancora una volta la stessa RSU.
Riteniamo necessario ricostruire quanto accaduto nel primo semestre della nuova RSU, fermo restando il principio per cui:
l’RSU è un organo che deve avere una propria vitalità e autonomia.
Non può essere tenuto artificiosamente in vita solo da qualcuno, né può funzionare (o non funzionare) solo quando fa comodo a qualcuno.
Cronistoria del primo semestre dalla nuova RSU
La prima riunione si è tenuta in modo sostanzialmente conforme alle previsioni.
Il 17 giugno è stata convocata una nuova assemblea sul tema del welfare. In quella sede, si è deciso di non prorogare la polizza per il 2026.
Con pochissimi giorni di preavviso, le solite sigle hanno convocato una nuova plenaria RSU nel tentativo di ribaltare la decisione già assunta. L’incontro del 23 giugno si è concluso con una fumata nera, essendosi registrata una parità di voti. Questo espediente, fallito, ha dato la stura al datore di lavoro che ha, infatti, proceduto al rinnovo della polizza.
Per evitare questi giochetti, nel mese di luglio avevamo richiesto una calendarizzazione più ampia, quantomeno per portare a delibera gli esiti del tavolo welfare. Tale richiesta NON è stata accolta, nonostante il regolamento RSU preveda che la plenaria venga convocata con cadenza mensile.
Si è arrivati così al 16 settembre, quando – a seguito di una nostra nuova sollecitazione – si è tenuto un coordinamento RSU. In quella sede sono state concordate e fissate con anticipo le successive date di riunione della RSU: 7 ottobre, 21 ottobre, 18 novembre e 16 dicembre.
Aggiungiamo che la plenaria del 7 ottobre ha risentito della parziale sovrapposizione con un tavolo tecnico di poche ore fissato dal datore di lavoro, rispetto al quale avevamo ipotizzato un cambio data e una durata adeguata. Peraltro, si trattava del tavolo tecnico su EVO, da noi richiesto a dicembre 2024 e sempre rimandato.
Aggiungiamo anche che la plenaria del 21 ottobre, di fatto, non si è svolta perché nessuno l’ha convocata (nonostante le nostre pressioni).
La plenaria del 18 novembre è andata parzialmente meglio, se non fosse che qualcuno ha deciso unilateralmente di modificarne l’orario. Abbiamo comunque partecipato, pur sapendo che il cambio improvviso avrebbe impedito la presenza di alcuni nostri componenti.
Considerazioni finali
Crediamo sia chiaro a tutte/i quanto sia fondamentale instaurare un clima di rispetto reciproco tra tutte le componenti RSU e definire una programmazione concreta e realizzabile delle attività della RSU stessa. Solo così si garantisce che le decisioni siano davvero al servizio di chi lavora.
Le altre sigle sindacali devono interrogarsi sul ruolo che intendono assumere: considerano la democrazia interna un ostacolo o una priorità? Ritengono che la rappresentanza significhi semplicemente occupare un posto al tavolo o credono invece che significhi stare a fianco del Personale TA, difendendone gli interessi?
Ancor più importante è sapere se alle componenti RSU interessi capire come la pensa il Personale perché senza assemblee e senza consultazioni, è chiaro che la rappresentanza resta un mandato in bianco.
In ogni caso, come succede nella quotidianità di ognuno/a, quando subentra un impegno incompatibile, lo si comunica tempestivamente e si propone un’alternativa. Chi ha assunto altri impegni dovrebbe attivarsi per tempo, senza mettere in difficoltà chi è rimasto disponibile per un incontro già concordato. A maggior ragione quando si tratta del calendario di un organo istituzionale definito da mesi. Chi procede in modo diverso, ignorando queste basi, o è semplicemente sprovveduto, o eccessivamente “egoriferito”, ovvero privilegia le prerogative della propria sigla sindacale, a dispetto di autonomia e democrazia, oppure ancora antepone i propri interessi (in questo caso l’evento Olivetti) a quelli del Personale.
Finché, attraverso il voto per la RSU, si continuerà a legittimare chi non ha interesse a far funzionare la RSU, non sarà possibile garantire la partecipazione effettiva di tutte e tutti ai processi decisionali, né un reale funzionamento degli organi di rappresentanza del personale TAB, anche attraverso adeguate consultazioni.
