Care colleghe, cari colleghi,

finalmente martedì scorso siamo stati chiamati al primo tavolo sul welfare. Si trattava di un tavolo tecnico, perciò non erano presenti né la Governance né la DG.
Ci aspettavamo un’istruttoria complessiva su tutte le misure di welfare e una rendicontazione delle spese pregresse e delle coperture utilizzabili in futuro. Invece, come avevamo previsto, il questionario di gradimento è stato usato per appiattire la discussione solo sul tema della polizza sanitaria.
Ma ciò che è peggio, il dato essenziale al momento della somministrazione del questionario non era ancora stato comunicato: ovvero che, con la stessa spesa, non ci si sta più dentro.
Secondo le indagini di mercato del broker consultato da UNIBO, i fondi stanziati fino a qui per la polizza non sono più sufficienti a garantire le stesse prestazioni. Nello specifico, per mantenere la polizza alle stesse condizioni anche per il 2024, il premio (cioè quello che UNIBO spende pro capite) passerebbe da 300 a 480 euro al netto delle tasse.
L’alternativa all’aggravamento dei costi della polizza è la riduzione delle prestazioni.
E, dopo sei mesi di attesa, ora ci dicono che non c’è il tempo di vagliare altre ipotesi.

La situazione è evidentemente ingarbugliata.

Le nostre posizioni sulla privatizzazione della sanità, di cui le prestazioni in rete della polizza sanitaria fanno precisamente parte, sono note. Non stiamo quindi a ripeterci.

Riportiamo le domande che riteniamo opportuno porre direttamente al Rettore e alla Governance:

  1. A fronte di un’inflazione dal 2018 a oggi del 20% circa, possibile che una polizza già costosa aumenti del 60%?
  2. L’amministrazione dice che non si può aumentare il fondo per le misure di welfare (di cui fanno parte la polizza sanitaria, i sussidi, trasporti etc.). Cosa lo impedisce? Una disposizione di legge?
  3. Alcune voci di welfare sono legate alle soglie ISEE: si può ragionare sulla loro rimodulazione? Per esempio, l’esenzione dei figli dei dipendenti dalle tasse d’iscrizione ai corsi di studio UNIBO viene finanziata con 200.000 €. Con il recente ampliamento della NO TAX AREA a 24.500 € di ISEE, buona parte dei figli dei dipendenti sono già esonerati. Serve ancora vincolare 200.000 €?
  4. Al contrario, le procedure di accesso e assegnazione dei sussidi sono talmente scoraggianti da lasciare inutilizzata la metà del fondo, non sarebbe ora di affrontare la questione per rafforzare i sussidi e renderli finalmente uno strumento utilizzabile da tutti?

Insomma, come ripartire l’intero ammontare del fondo welfare (al momento circa 800 a testa), permettendo a tutti di accedere potenzialmente al rimborso spese e di incentivo per situazioni di difficoltà o disagio? Questo è il nostro scopo.

QUESTO E ALTRO VORREMMO CHIEDERE AL RETTORE E AI SUOI DELEGATI AL PROSSIMO INCONTRO DI LUNEDÌ.

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