Care colleghe, cari colleghi,

se fin qui ci fosse stata davvero una discussione, un punto di partenza che avremmo potuto proporre (sicuramente migliorabile) sarebbe stato incentrato sulla possibilità di dividere l’intero ammontare del fondo welfare (circa 2 milioni e 400 mila euro) per ottenere un incentivo a titolo di rimborso spese in base alle esigenze specifiche di ognuno/a di noi (spese per trasporti, utenze, prestazioni mediche/odontoiatriche e per altre necessità familiari e personali) per circa 700/800 euro, proporzionato in base al reddito ISEE in base a scaglioni ben definiti.

Una modalità di rimborso snella, senza eccessivi adempimenti documentali e con una cifra disponibile già definita per scaglioni.

Una modalità che renda possibile utilizzare la cifra a propria disposizione per varie finalità, anche per le visite a pagamento dallo specialista di fiducia, così da consentire, attraverso un rimborso certo, la possibilità di prenotare le prestazioni che desideriamo anche – ahinoi – nel privato quando le liste d’attesa del pubblico sono troppo lunghe (spiace dirlo, ma è un dato di fatto). In questo modo si recupererebbe anche il principale benefit della polizza Unipol, ovvero la rapidità nelle prenotazioni.

Chi non volesse usufruire del rimborso delle prestazioni sanitarie potrebbe accedere ad altre ipotesi di rimborso (es. canone d’affitto o il mutuo, le spese condominiali, etc.), in modo che gli stanziamenti siano davvero per tutti, proprio come avviene in altri Atenei.

In questo modo si potrebbe calibrare l’intero pacchetto welfare garantendo una maggior tutela per le fasce di reddito ISEE più svantaggiate.

Il maggior peso fiscale dei rimborsi diretti rispetto alla polizza è in gran parte uno spauracchio, visto che per mantenere una polizza con rimborsi comparabili a quelli degli anni scorsi (che saranno comunque solo un ricordo) bisogna spendere molto di più. Bisogna quindi decidere se questo “di più” sia preferibile vada all’erario oppur nelle casse dell’assicurazione privata.

Invece cosa sta succedendo? 

Il tavolo tecnico si è svolto senza una cornice politica: il tema delle risorse non è stato oggetto di discussione, proprio ora che con la crescita di personale a tre cifre si è ampliata la platea di destinatari delle misure in cantiere.

È stato semplicemente comunicato che ci sono dei risparmi sulle voci stanziate per il 2022, ma non è stata fornita al tavolo tecnico una ricostruzione a consuntivo delle spese fatte attraverso il fondo negli ultimi cinque anni. Questa ricostruzione sarebbe stata utile per capire come destinare le risorse future e come si sono originati i risparmi utilizzati per il bonus bollette erogato a dicembre.

In sede di tavolo tecnico, non è nemmeno stata fornita una ricostruzione tecnica/normativa rispetto alla possibilità di ampliare il fondo stesso.

La discussione è stata incentrata solamente sull’illustrazione del possibile capitolato d’appalto per la nuova polizza e ciò grazie alla teleguida fornita dal questionario precotto somministrato prima di sapere che la polizza, per gli anni a seguire, sarebbe stata caratterizzata da tagli.

Ci chiediamo quindi quando sarà possibile valutare complessivamente tutte le ipotesi di lavoro che emergeranno, le nuove fattispecie da indennizzare e le soglie ISEE per i nuovi sussidi.

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