(che ancora non c’è)

Venerdì scorso si è tenuto l’incontro tra Aran e sindacati firmatari, dal quale sono usciti i numeri reali dell’incremento salariale che il nuovo contratto collettivo porterà ai dipendenti della scuola/università pubblica.

La prima domanda da porsi è che cosa sia cambiato rispetto a quanto già si sapeva prima delle elezioni. Già allora infatti si parlava di aumenti lordi di circa 100 euro, ma questo era stato ritenuto insufficiente!

In effetti, a livello di arretrati, un aumento medio di soli 50 euro netti non adegua certo i nostri stipendi all’inflazione attuale ed è lontanissimo dal riportarci verso la media europea.

Ci raccontano di un “anticipo economico” nella busta paga di dicembre. 

Davvero grottesco parlare di anticipo rispetto a degli ARRETRATI dovuti da più di tre anni.

Quello che si profila è l’ennesimo cedimento sul piano delle retribuzioni, che di certo prelude a un’ulteriore cessione di diritti quando si affronterà la parte normativa del contratto.

Una ragione in più per aderire allo SCIOPERO GENERALE del 2 dicembre 2022 indetto da tutto il sindacalismo di base.