Amarissima la constatazione di chi aveva ragione fin dall’inizio: ABBIAMO DETTO DA SEMPRE E IN OGNI MODO CHE LE PEV ERANO REGOLAMENTATE MALISSIMO, TARDIVE, SOTTOFINANZIATE E CHE AVREMMO AVUTO ESITI SCONCERTANTI.
E ORA AMMIRIAMO I RISULTATI: dopo lunga attesa, almeno 10/15 anni di mansioni superiori, nella selezione PEV da B a C per i colleghi di area amministrativa l’amministrazione è riuscita nell’impossibile:
BOCCIARE!
Ma come si fa a bocciare? O, meglio, perché?
Perché non si vuole che ti schiodi dal lavoro che già fai? (e ringrazia pure!)
Perché il tuo diritto è solo teorico? (in pratica, stai al tuo posto!)
Perché i Commissari sono stati (loro malgrado) molto scrupolosi!?
E, soprattutto, bocciare all’interno di una procedura che prevedeva ad esempio un mero colloquio motivazionale/attitudinale: bocciare qualcuno su questa base significa dirgli che il mestiere che fa da tanti anni semplicemente NON lo ha mai fatto!!! Significa negare il concetto base delle PEV: inquadrare le persone al livello corretto, in base all’attività svolta.
A nostro avviso, per molti colleghi il re-inquadramento costituisce una “mera sanatoria” per il lavoro che già veniva svolto da anni. Invece, durante la discussione sulle modifiche al regolamento l’amministrazione ha imposto la sua “sempre lungimirante visione” senza alcuna contrarietà degli altri sindacati presenti al tavolo. Difatti, hanno accondisceso ad un regolamento sciagurato i cui effetti sono palesemente evidenti nella sua realtà applicativa.
All’amarezza e rabbia di chi ha vissuto questa pessima esperienza e per evitare che per le prossime selezioni si ripeta questo deprimente pasticcio occorre rispondere procedendo rapidamente:
1. alla riassegnazione dei “risparmi per il mancato passaggio” (c’erano 38 posizioni a bando) per effettuare PEV per la stessa categoria B e ai “bocciati” deve essere data possibilità di partecipare ad altro bando, da far uscire subito!
2. alla modifica immediata del regolamento vigente, per azzerare le modalità procedurali che prestano il fianco a forme selettive poco oggettive (eliminare la valutazione motivazionale/attitudinale, introdurre la prova scritta magari a risposta multipla, etc…)
Il risultato da ottenere è semplice: dare una cornice legale e lineare ad una procedura selettiva che consente ai colleghi e alle colleghe in possesso dei requisiti di legge di conseguire il passaggio alla categoria superiore, per il semplice motivo che già svolgono quelle mansioni.
QUELLO CHE ACCADUTO NON PUÒ ESSERE IGNORATO NÉ RIMOSSO.
HANNO INIZIATO A NEGARE IL DIRITTO ALLA PROGRESSIONE ALLA CATEGORIA PIÙ BISTRATTATA E IGNORATA IN ATENEO.
SE NON REAGIAMO SUBITO, LA STESSA SORTE TOCCHERÀ AI COLLEGHI E ALLE COLLEGHE DI TUTTE LE CATEGORIE CHE PARTECIPANO ALLE PEV GIÀ INDETTE E A QUELLE DI PROSSIMA EMANAZIONE
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