Come nelle università si sta diffondendo una cultura militarista e bellicista, con i finanziamenti alla ricerca con finalità militari e le collaborazioni con aziende del settore, anche nelle scuole superiori si attivano modalità di governo del sistema in modo da favorire un lavaggio dei cervelli e la legittimazione della cultura della forza.

Attenzione: non è questo il futuro che vogliamo!

Agiamo la rappresentanza a partire dai Consigli di Istituto.

 

La spinta che vediamo a livello nazionale nasce da lontano.

La risoluzione votata il 2 aprile 2025 dal Parlamento europeo (con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni) parla chiaro: una sorta di manuale di sopravvivenza in caso di crisi ispirato al modello svedese. Infatti:

“(Il parlamento Europeo)…

– chiede, inoltre, di mettere a punto programmi di formazione dei formatori e di cooperazione tra le istituzioni di difesa e le università degli Stati membri dell’UE, quali corsi militari, esercitazioni e attività di formazione con giochi di ruolo per studenti civili;

– invita l’UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze armate… invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare tali programmi … seguendo il modello di programmi nazionali come l’iniziativa svedese di emergenza civile.”

L’iniziativa svedese a cui si accenna è un opuscoletto, “In case of crisis or war”, distribuito in tutte le case del paese nel novembre 2024, dove si legge: “Inoltre, dall’anno in cui un cittadino compie 16 anni fino alla fine dell’anno in cui ne compie 70, farà parte della difesa svedese e sarà tenuto a prestare servizio in caso di guerra o minaccia di guerra”.

Le forze dell’ordine e i militari sono sempre più presenti nella scuola di ogni ordine e grado e sempre più sponsorizzano il proprio brand per offrire lavoro e allevare giovani che siano orgoglio della patria e per la patria pronti a morire, mentre padri e madri lavorano nelle fabbriche d’armi, frutto della riconversione dell’Automotive fallita.

Così si spiega il dibattito aperto sulla possibilità che sia il ministero della difesa ad occuparsi di educazione civica nella scuola. L’educazione civica diventa educazione alla responsabilità della difesa da parte di ogni cittadino. Ma anche la pace diventa “armiamoci”, la legalità diventa “rispettare le leggi del più forte”, la libertà è concessa solo “se sei d’accordo”, etc…

In tutto questo, quei tanti giovani scesi in piazza contro il genocidio in Palestina, contro la guerra e per un futuro a misura umana, sono diventati degli sfaticati che non hanno voglia di studiare. Il video di Trump che getta liquame sui manifestanti rappresenta anche il sentire di casa nostra!

È urgente agire con tutti i mezzi a nostra disposizione!

Ecco perché è importante ricordare che la rappresentanza studentesca, dei professori e dei genitori negli organi scolastici è stata conquistata allora con anni di lotte ed oggi è uno degli strumenti da rafforzare perché ci permette di agire un pensiero di scuola diverso. Oggi ancora di più!

La guerra, oltretutto, non passa solo dai militari a scuola, ma anche dalle tante iniziative culturali, curricolari e extracurricolari. Molto spesso eventi dai titoli sobri e condivisibili agiscono come trappole, e ce ne rendiamo conto solo dopo!

Sappiamo che, pur non avendo visibilità che buchi i mainstream, ad essere contrari a questa visione del futuro siamo in tanti. E non siamo solo contrari: abbiamo anche le idee chiare sulla scuola che vogliamo, sulla vita che vogliamo. Pace, accoglienza, rappresentanza, libertà di critica nelle sue varie manifestazioni, e ne potremmo aggiungere tanti altri.

 

In questi giorni si tengono le elezioni delle componenti dei Consigli di Istituto in molti istituti scolastici.

Facciamo appello ai genitori, ai professori, agli studenti e al personale ATA:

Facciamo attenzione alle mistificazioni!

Informiamoci sulle liste, informiamoci sulle persone e andiamo a votare tutti coloro che pensano che la scuola non debba essere concepita come l’allevamento di carne da macello.

Per una scuola capace di nutrire senso critico ed educare alla libertà e alla partecipazione democratica.

 

A quei genitori inoltre che sono contrari a che i loro figli partecipino agli eventi “militari” consigliamo di consultare il vademecum dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università pubblicato al seguente link:
https://osservatorionomilscuola.com/2025/02/20/richiesta-esonero-attivita-scolastiche-partecipazione-forze-armate/