Il 4 novembre è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una ricorrenza che, sempre più spesso, si trasforma in un’occasione di propaganda militarista, utile a sostenere il riarmo e l’economia di guerra.

Ma mentre si pensa alla guerra, il nostro Paese si scopre sempre più fragile: salari che non bastano, povertà che cresce.

Un secolo fa, chi difendeva la pace lo pagò con il carcere, con il lavoro e spesso con la vita. Oggi quella voce torna, più quieta ma non meno ferma, a ricordare che la guerra non è destino, è una scelta — e come ogni scelta può essere cambiata… E il bisogno di cambiare dei giovani è oggi preso di mira con le modalità che abbiamo imparato a riconoscere.

Sappiamo che scuole e università sono fatte preda dal governo e dalle lobby interessate a trasformare l’istruzione in una fabbrica di obbedienza.

A Bologna i luoghi dell’istruzione, e in particolare l’Ateneo, faticano a scrollarsi di dosso queste pressioni. L’Università di Bologna non rompe le complicità con la filiera bellica, mostrando invece inflessibilità verso chi si schiera dalla parte giusta: un ricercatore sanzionato per essersi trovato al centro di attacchi orchestrati da studenti sionisti, membri dell’IDF, che fanno la spola tra il genocidio e le aule di Unibo.

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Il 4 novembre a Bologna ribadiamo che scuola e università non si arruolano!

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, anche quest’anno, promuove una mobilitazione per portare nelle piazze un’altra idea di Paese: capace di investire nella cura, nella conoscenza, nella dignità. Non nella paura.

L’appuntamento per il 4 novembre è in Piazza Scaravilli (Rettorato Bologna) alle ore 14.30.

Noi non obbediremo!
Noi obiettiamo, disobbediamo e disertiamo!

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