Quelle a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi in via Michelino a Bologna sono scene che non avremmo mai voluto vedere. Famiglie cacciate di casa con la forza, porte divelte, muri sfondati a mazzate… Famiglie in lacrime che hanno perso tutto, passeggini e valigie per strada. Totale assenza di soluzioni alternative. Addirittura, è stata impedita la presenza degli assistenti sociali durante le operazioni di sgombero. Le politiche autoritarie del governo (vedi Decreto Sicurezza) si scaricano sulla pelle delle persone in difficoltà, criminalizzando i problemi sociali e bastonando chi decide di lottare, in questo caso insieme al Comitato Antisfratto di PLAT.
Quello di via Michelino è un caso emblematico. Le famiglie hanno sempre pagato l’affitto e hanno un lavoro stabile, ma la proprietà dell’immobile ha deciso di non rinnovare i contratti scaduti per fare dei bed and breakfast, sfruttando la posizione strategica vicino alla Fiera. Ma, per una famiglia lavoratrice, trovare sul mercato una casa in affitto a Bologna oggi è impossibile, tra canoni altissimi e caparre spropositate, per cui ecco che, bloccati in questo limbo, due nuclei con cinque minori tra cui una con disabilità, si sono trovati per strada senza nessun aiuto, tranne quello, dal basso, degli attivisti.
A Bologna ormai la questione abitativa è fuori controllo. La città, che già era interessata da una forte pressione studentesca sul mercato degli alloggi, si sta trasformando sotto i colpi della turistificazione e degli investimenti su Fiera e Tecnopolo, senza che questi cambiamenti vengano gestiti dalla politica locale, che rimane inerme di fronte alle ricadute sociali. Per attrarre dubbi investimenti e garantire la rendita si fanno ponti d’oro, mentre nulla di concreto viene fatto per tutelare il diritto delle persone a vivere con un tetto sopra la testa.
Per questo sosteniamo la risposta immediata e coraggiosa che decine di famiglie (142 persone con 71 minori) hanno messo in campo, occupando uno stabile vuoto di proprietà di ASP (quindi pubblico) nel pieno centro cittadino, trovando così una soluzione alternativa al dormire per strada e indicando alla politica dove bisogna investire le risorse, mentre soffiano venti di riarmo e definanziamento del welfare, con i salari fermi al palo da anni.
Condanniamo la politica del manganello, della criminalizzazione delle questioni sociali e della difesa a oltranza della proprietà privata dell’attuale Ministro dell’Interno. È ora di mettere in campo politiche abitative che, partendo dalla moratoria degli sfratti, rilancino l’edilizia popolare, regolino il mercato immobiliare, mettano a disposizione tutto il patrimonio sfitto e consentano l’autorecupero di immobili abbandonati ad uso abitativo.
Continuiamo con scioperi e mobilitazioni per conquistare nuovi diritti e reddito per tutti e per tutte!
Ci vediamo domani alle ore 19.00 in via Don Minzoni n. 12 per una discussione pubblica e per lanciare nuove mobilitazioni.
Confederazione Unitaria di Base – Bologna
