Dopo aver aspettato mesi e mesi, nonostante le ripetute richieste da parte del nostro sindacato cadute nel vuoto (vedi link), finalmente è stato convocato un tavolo sindacale sull’applicativo presenze EVO.

Una convocazione fuori tempo massimo che ha finito per ritorcersi contro chi voleva introdurre di soppiatto modalità di controllo più stringenti e scaricare verso l’utente finale la gestione del programma, eliminando la figura del referente Tempus.

La mole di segnalazioni, ore di lavoro perse, richieste di chiarimento, disagi, stress, sondaggi e lamentele emerse da tutto il personale TA dell’Ateneo, sia lato utente che gestore (Apos e referenti Tempus), ha creato una valanga che ha travolto la filosofia di fondo di maggior controllo sul personale che sorreggeva l’applicativo EVO. A partire da un punto fondamentale…

Sarà tolto l’obbligo di giustifica per ritardi e/o uscite anticipate, riportando la situazione a com’era con PresenzeWeb.
Non sono note le tempistiche, ma sappiamo che in questo modo verranno meno anche i disallineamenti tra il programma e le flessibilità orarie consentite, comprese quelle relative alla pausa pranzo.

Risolto il problema delle giustifiche, resta quello della gestione delle forme e delle modalità di correzione sulle singole giornate con errori di timbratura.

In vista di un tavolo tecnico che sarà attivato a breve abbiamo evidenziato che, siccome non possiamo essere tutte/i esperte/i del CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) e nemmeno delle funzionalità del programma, serve supportare coloro che fino ad oggi abbiamo chiamato Operatori Tempus. Figure preziose che l’Ateneo pareva voler eliminare dal nostro quotidiano proprio tramite EVO.

Non dimentichiamo che ogni possibilità di intervento da parte di chi ha sempre gestito i nostri cartellini è stata fino ad ora sostanzialmente inibita, così come le informazioni sul programma, passate agli Operatori tramite modalità incompatibili con ogni razionale principio di operatività.

I nostri RLS hanno inoltre posto l’attenzione sull’ergonomia cognitiva o visiva, al momento del tutto assente, schermata su schermata, click dopo click…
La banalità di un atto organizzativo come l’acquisto di un nuovo software, senza nessuna traccia di quel diritto alla partecipazione che dovrebbe costituire il cuore pulsante delle trasformazioni tecnologiche nel pubblico impiego, può creare distorsioni profonde e generare problemi inutili.

Ora, in attesa dei risultati che abbiamo fortemente richiesto, ossia avere una gestione come presenze web, ribadiamo alla Governance che forme eccesive di controllo possono imbrigliare una interna organizzazione, rimuovere il significato del lavoro come attività umana dotata di senso, fino a disumanizzare la nostra quotidianità, click dopo click.