In Ateneo e a livello nazionale la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro è uno dei nuclei duri della lotta di CUB e non intendiamo cedere in nessun modo, anzi vogliamo assicurarci che le istanze e le proposte presentate durante l’ultimo mandato non finiscano nel dimenticatoio, sempre e solo a detrimento dei lavoratori e delle lavoratrici.

Possiamo vantare un gruppo di RLS, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, costituito da colleghi affiatati e specializzati (Fabia Rocchi e Stefano Benaglia) che, oltre a fare proposte di miglioramento su tanti temi, eseguono costantemente e con dedizione sopralluoghi nei locali di lavoro in Ateneo, sia in autonomia sia su richiesta dei colleghi.

Il nostro obiettivo per il prossimo mandato è di continuare a sollecitare l’Ateneo al fine di migliorare la sicurezza e il benessere nei luoghi di lavoro, sperando in una maggiore sensibilità della nuova governance  e reiterando le richieste e le proposte già formulate in passato. Possiamo brevemente ricordare:
– la richiesta di un sistema di misurazione oggettiva dello stress lavoro correlato
– l’implementazione della formazione e il riconoscimento delle mansioni specifiche (es. carrelli elevatori)
– l’istituzione dell’unità di Disaster Manager (per il caso di terremoto ad es.)
– la revisione del processo di verifica della qualità del servizio pulizia
il potenziamento della Medicina del Lavoro (non possiamo ignorare i tempi biblici che oggi richiede l’ottenimento di una visita dal medico competente)
– il progetto Alma Bike anche su Bologna

Diversi e importanti sono stati gli interventi degli RLS-CUB nell’ultimo periodo, fra tutti: la denuncia all’ASL per la scarsa qualità dei servizi di pulizia che ha portato la direzione Unibo a pagare una cospicua multa, evitando il penale, grazie agli stessi RLS-CUB; dall’inizio della pandemia la richiesta ostinata di applicazione delle più adeguate politiche di protezione della salute dei lavoratori e delle lavoratrici UNIBO; la segnalazione ad ARPAE ed ASL per l’amianto sulle coperture di alcune strutture dell’Ateneo o verso privati prospicenti gli edifici Unibo (Lazzaretto Esculapio o ex Distart).

Siamo fieri di essere riusciti anche a costruire reti con settori esterni come Poste, Cooperative, aziende Metalmeccaniche, Comuni, enti statali, Sanità e Regione. Questo ci ha portato ad entrare nel merito di proposte e denunce sul nostro territorio. Su tutte, ma non uniche: la denuncia per il degrado della copertura in eternit dell’Accademia di Belle Arti (risolta dopo 8 anni di mobilitazioni); l’interlocuzione con assessorato alla mobilità del Comune di Bologna per il percorso ciclabile Risorgimento-Bertalia e la richiesta di implementazione ciclo-officine nei distretti, gestite anche da studenti.


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