Car* collegh*,
giovedì 28 maggio si è svolta la plenaria RSU, un incontro molto partecipato con grandissimi punti di convergenza.
L’indomani abbiamo sottoposto all’amministrazione gli esiti della discussione, ma qualcuno – più di qualcuno – purtroppo (dopo essersi ricomposto al proprio interno) si è sfilato all’ultimo.
Ma per carità di patria, Vi risparmiamo i “siparietti” arcinoti e stantii del gioco delle parti: il famoso giochino del “poliziotto buono e di quello cattivo”, di quello che ammalia o affabula, di quello che poi “allude” o di quell’altro che poi tira il coniglio fuori dal cilindro, sempre lo stesso coniglio da anni, proprio lo stesso… ogni volta mostrato e MAI realmente offerto… di cui siamo tutti stanchi…
Cosa potevamo ottenere?
Il contesto in cui si è svolta la trattativa è molto rilevante. Da inizio marzo abbiamo chiesto all’Amministrazione riscontri per la sicurezza dei lavoratori in presenza, un aiuto per i colleghi con bimbi piccoli, delle risposte per i pendolari e tanto altro, etc..
Il legislatore dell’emergenza ha stabilito per tutti il lavoro da casa, modalità ordinaria derogabile solo per esigenze indifferibili. Qualcuno di noi ha dovuto comprarsi un nuovo pc, altri hanno dovuto investire in una connessione internet più potete e molto altro.
Per lavorare in LAE l’amministrazione ci ha costretto a dichiarare (illegittimamente) di rinunciare a condizioni e benefici ordinari, come i diversi permessi (visita medica, studio, ecc..), oppure il buono pasto. O ancora peggio di garantire che gli ambienti casalinghi avessero l’idoneità adeguata allo svolgimento del lavoro in sicurezza. Chi si fosse rifiutato di accettare le clausole poste, sarebbe stato considerato assente ingiustificato (cioè a rischio licenziamento).
Il lavoro agile non ha risolto i problemi posti, anzi nell’applicazione fatta dall’Amministrazione ci ha portato ingiustamente – sul piano individuale – ad un vero e proprio danno economico.
Come CUB abbiamo chiesto in tutte le sedi l’applicazione degli istituti normativi e contrattuali (sicurezza del lavoro, buoni pasto, permessi ecc.) che il legislatore non ha mai inteso limitare.
Abbiamo inoltre chiesto al delegato del Rettore di individuare i risparmi di spesa a bilancio in conseguenza del lavoro agile e di destinare tale somma ai lavoratori,
come contributo aggiuntivo per tutti – extra contratto integrativo.
Per quanto riguarda il contratto integrativo 2020, abbiamo chiesto di:
– dirottare tutti i risparmi FORD (indennità di disagio) sulle PEO;
– azzerare le POA (straordinari) a favore dell’IPO;
– destinare parte dell’IPO alle PEO.
Cosa si ottiene invece con i pre-accordi stabiliti il 29 maggio 2020?
A sentir qualcuno, molto. Secondo noi, niente!
- Il delegato del Rettore ha accettato, con RISERVA, la richiesta di tutti i dipendenti del ripristino dell’erogazione del buono pasto. Ma se mangiamo spetta dirlo ai Revisori dei Conti.
Fanno cadere dall’alto un beneficio ordinario e ovvio, previsto da una norma di carattere generale.
In sostanza l’inconsistente legge sullo smart working prevede degli accordi con le parti sindacali per il riconoscimento del buono pasto. Ma la disciplina sul buono pasto non ha bisogno del loro intervento per riconoscerlo. Molte amministrazioni pubbliche durante l’emergenza si sono inventate questa limitazione al punto da farne materia di trattativa. Quindi, quando saranno costretti a cedere, diranno che sono magnanimi!
Segnaliamo che dei colleghi in telelavoro domiciliare o satellitare non si parla nella bozza di accordo. A questi è stata estesa la fruizione del telelavoro a tutti il periodo di emergenza con la beffa di non aver diritto al buono pasto? Chiediamo che venga risolta in modo positivo questa dimenticanza che genera discriminazione. Anche a loro andrebbe esteso il LAE almeno nelle giornate che prevedevano la presenza in ufficio.
- Del ripristino di tutti i permessi orari non se ne ha certezza.
- Viene prevista una nuova Indennità di rischio COVID: nella misura massima di 15 euro lordi per ogni mese di presenza! Sentitevi risarciti del rischio!
- L’ipotesi di contratto prevede inoltre un incremento del fondo FORD per remunerare i lavoratori in LEA che si sono occupati di cerimonie e di servizi informatici. Anche in questo caso poco per pochi, ma comunque prelevati dal fondo accessorio e non con risorse straordinarie.
-
Per le PEO? Forse 300, cioè niente!!!
CHIEDIAMO ALLE ALTRE SIGLE DI NON SOTTOSCRIVERE QUESTA PROPOSTA E DI CONTINUARE IN UNO SFORZO RIVENDICATIVO CHE SEMBRAVA ANCHE UNITARIO, COSTRINGENDO L’AMMINISTRAZIONE A RIAPRIRE LA TRATTATIVA, CON Più RISORSE SUL PIATTO.
DIVERSAMENTE, SARA’ IL SOLITO CONTRATTO “A PERDERE” SPACCIANDOLO PER UNA GRANDE VITTORIA DEI LAVORATORI!!!
CUB-SUR, DALLA PARTE DELLE LAVORATRICI E I DEI LAVORATORI, SEMPRE!
_____________________
LINK SU SMART WORKING E CORONAVIRUS
Lavoro agile e Covid19 – Funzione Pubblica
Direttiva n. 2 2020 della Funzione Pubblica
Ministra Dadone: Smart working nella PA solida realtà anche in futuro |