Car* collegh*
ieri mattina si è svolto l’ennesimo incontro con l’Amministrazione dell’Ateneo per discutere delle misure individuate per far fronte alle necessità dei dipendenti Unibo riguardanti le agibilità vita-lavoro e la protezione sanitaria.
All’incontro era presente anche la prorettrice prof.ssa Elefante che ha introdotto la riunione con lo slogan “Unibo non si ferma” e – così come già fatto dal Rettore – ha fatto un forte richiamo al personale TA e al suo senso di appartenenza, solidarietà, responsabilità e proattività…
Il Direttore generale, entrando nel merito delle misure individuate, ricorda che dalla scorsa settimana sono in vigore due provvedimenti:
1) estensione del telelavoro per i colleghi che già ne usufruiscono;
2) un credito orario “virtuale” aggiuntivo di 36 ore, permessi da recuperare entro l’anno, previa autorizzazione del proprio responsabile di servizio. Su questa misura, al momento, non è stata data risposta al caso che queste ore fruite non vengano del tutto recuperate entro l’anno.
In aggiunta, il DG ha illustrato le ulteriori misure individuate dall’Ateneo per far fronte alle necessità dei lavoratori e delle lavoratrici dovuta alla sospensione dei servizi scolastici, o per coloro che sono affetti da gravi patologie.
Ieri sera è giunta a tutti per e-mail la Circolare del DG con la quale vengono fornite le informazioni riguardanti altre soluzioni individuate dall’Amministrazione per favorire una forma suppletiva di lavoro da casa.
Queste misure sono:
a) lavoro agile emergenziale rivolta ai dipendenti che devono accudire i figli che frequentano la scuola primaria rimasti a casa a seguito della sospensione dei servizi scolastici. Per una validità fino all’8 marzo, salvo nuove indicazioni governative;
b) lavoro da casa per emergenza COVID-19 rivolta ai dipendenti portatori di patologie di particolare gravità potenzialmente esposti al contagio, per una validità di 6 mesi;
c) misura, in fase di valutazione, è l’ampliamento dei postazioni presso i centri satellite, così da favorire anche i lavoratori pendolari.
Per quanto riguarda le misure di protezione sanitaria, poco si è parlato. E su richiesta sono state fornite sommarie informazioni in merito alle informazioni sulla capienza delle biblioteche, alle pulizie straordinarie, alle dotazioni di alcuni presidi (es. mascherine, disinfettanti). Il DPCM prevede la dotazione dei disinfettanti come obbligatoria, la distribuzione è in corso, ma solo per alcune strutture o ambiti lavorativi.
L’emergenza Coronavirus è in corso da 8 giorni e solo ieri sono state individuate dall’Ateneo alcune misure di mitigazione alle variegate difficoltà e alle preoccupazioni di tutti i dipendenti. Ci auguriamo che i dipendenti che ne hanno bisogno possano attivarle già da oggi (sono state stimati circa 540 potenziali aventi necessità, esclusi i dipendenti già in telelavoro o satellitare). Ma basta leggere la Circolare del DG per comprendere come a una domanda di emergenza pronta e immediata si risponde con una procedura con diversi condizionamenti: tecnico-informatici e di valutazione del responsabile.
Ci spiace constatare che le stesse misure sono in vigore già dalla scorsa settimana presso altri enti pubblici e Atenei presenti nella nostra Regione. Es. chiusura delle biblioteche, pronta applicazione del lavoro agile e ricorso al telelavoro sia per la cura dei figli che per evitare gli spostamenti e la potenziale diffusione del contagio.
Ci spiace constatare che questa emergenza ha fatto risaltare il ritardo clamoroso che l’Ateneo bolognese ha sulle forme di lavoro alternative in risposta alle esigenze dei dipendenti e forse anche della modernità e della tecnologia a disposizione.
L’Amministrazione teme che il dipendente equivochi sul senso dello strumento “lavoro da casa”!!
Il richiamo al nostro senso di comunità nel contesto emergenziale ci sembra piuttosto fastidioso. Da tempo il personale TA chiede di avere le stesse condizioni dei dipendenti di altri Atenei (PEO, PEV, telelavoro, stabilizzazioni, etc..). Su queste modeste richieste il personale TA ha sempre ricevuto risposte parziali, tardive ed evasive e ha ottenuto ben poco pur richiamando il Rettore al senso di comunità.
Ma siamo in emergenza, a noi, personale tecnico amministrativo dell’Ateneo bolognese non serve il vostro richiamo al nostro senso di responsabilità, già lo facciamo quotidianamente, nonostante tutto. |