Mentre migliaia e migliaia di studenti si mobilitano pacificamente contro la guerra, l’ingiustizia, contro gli oppressori, l’Università — luogo sorgivo del pensiero critico — viene presidiata, sorvegliata, colpita. Le aule si svuotano, le piazze si riempiono e le risposte arrivano in divisa.

A chi manifesta in piazza viene tolta la parola e restituito il manganello.

A chi dissente tramite le proprie legittime rappresentanze viene negato lo spazio e dettato dall’alto il silenzio.

Nel frattempo, i tagli alla spesa pubblica smantellano scuola, ricerca, sanità e welfare.
E intorno, una stampa complice e pavida distorce i fatti, strumentalizza gli eventi, inverte i ruoli tra chi resiste e chi reprime. Ogni verità che non conviene è criminalizzata, isolata…

E ora, le bombe. Collocate sotto casa di chi non si piega.
La dissidenza va fatta esplodere?

La memoria degli agli anni più oscuri della nostra storia, come fantasma del passato, si ripresenta con nuovi abiti e vecchie intenzioni.

Oggi esprimono solidarietà a Sigfrido Ranucci perché sappiamo da che parte stare. Chi come noi ha memoria la onori!

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